Di tutti i suoi problemi, quello di non riuscire a gestire la vita della figlia era senza altro il maggiore. Almeno così credeva.
Anita era stata educata in modo molto severo e sapeva che certe cose avrebbe dovuto farle e basta. Che lo imponevano le regole e che tutto veniva fatto soprattutto per il suo bene.
Sua madre fin da piccola aveva scelto le migliori scuole per lei, gli sport da praticare, i corsi di lingue che conveniva imparare, e ovviamente il circolo da amici da frequentare.
La figlia la aveva sempre assecondata, pensava che tutto fosse normale.
Ma adesso Anita stava per compiere diciotto anni, un traguardo importante, e le sarebbe piaciuto decidere a lei da adesso in poi cosa fare veramente.
I suoi progetti erano lontani da quelli della madre, che sosteneva che adesso dovesse prendere una qualunque laurea e sposarsi con quel ragazzo di così buona famiglia, che ormai conoscevano tanto bene.
Anita pensava anche ella che Emanuele fosse un’ottima persona, ma si volevano bene come due fratelli. Ed entrambi erano d’accordo sul loro reciproco affetto.
Lei aveva maturato sogni durante il periodo delle superiori; amava la musica, la danza in generale, e i viaggi.
Perciò quando comunicò a sua madre la decisione di partire all’estero per approfondire e coltivare meglio le sue passioni; questa disse solo: – ” Non era nei programmi “.
Già, e aveva ragione, non era nel suo maledetto programma.
Allora Anita con tutta la calma che la contro distingueva le rispose amabilmente, che visto che si trattava di lei, i piani avrebbero subito un leggero cambiamento.
Lei sarebbe andata a studiare all’estero, fatte esperienze e provato per la prima volta a decidere ciò che era giusto o sbagliato.
E così baciò con infinita dolcezza alla cara madre, rassicurandola che lei aveva fatto il possibile e che ne era orgogliosa; che però adesso il mondo la attendeva, e sarebbe stato anche merito suo se si fosse dimostrata capace di affrontarlo.
La madre con gli occhi pieni di lacrime le diede la sua benedizione e un ultimo consiglio: ” NON ACCONTENTARTI MAI! “.

De todos sus problemas, aquel de no poder gestir la vida de la hija era sin dudas el màs grande. O al menos eso creìa.
Anita habìa sido educada en modo muy rìgido y sabìa que ciertas cosas iban hechas y basta. Que lo imponìan las reglas y que sobretodo eran para su bien.
Su madre desde cuando era chica habìa elegido las mejores escuelas, los deportes que podìa practicar, los idiomas que convenìa aprender y obviamente el cìrculo de amigos que debìa frecuentar.
La hija aconsentìa, pensaba que todo era normal.
Pero ahora Anita estaba por cumplir dieciocho años, una meta importante, y le hubiese gustado decidir a ella que hacer de ahora en adelante de verdad.
Sus proyectos eran lejanos de aquellos de su madre, que sostenìa que lo mejor en èste momento era recibirse de cualquier cosa y casarse con ese chico de tan buena familia, que todos conocìan tan bien.
Tambièn Anita pensaba que Emanuel era una òptima persona, pero se querìan como dos hermanos. Y ambos estaban de acuerdo en el afecto recìproco.
Ella habìa madurado sueños durante el perìodo del secundario, amaba la mùsica, la danza en general y los viajes.
Por eso cuando le comunicò a su madre la dicisiòn de irse al exterior para aprofundir y cultivar mejor sus pasiones, ella respondiò solo: – ” No estaba en los programas “.
Ya, y tenìa razòn, no lo incluìa su maldito programa.
Entonces Anita con toda la calma que la distinguìa le respondiò amablemente, que visto que se trataba de ella, los planes iban a seguir un lieve cambiamento.
Ella iba a ir a estudiar al exterior, hecho experiencias y probado por primera vez a decidir lo que era justo o equivocado.
Y asì besò con infinita dulzura a la querida madre, tranquilizàndola que habìa hecho todo lo posible, y que el mundo la esperaba, que iba a ser merito tambièn suyo si ella se hubiese demostrado a la altura de afrontarlo.
La madre con los ojos llenos de làgrimas le diò su bendiciòn y un ùltimo consejo: ” NO TE CONFORMES NUNCA “.

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