Le coccole della sera sono semplici, basta una tazza di tè caldo fumante, un camino accesso e un buon libro.
Sono queste le serate che prediligo, quando cala il silenzio e do voci ai personaggi che con parsimonia, sono lì ad attendermi come se non me ne fossi mai andata.
Jacob guarda dalla finestra e intanto prende un libro di latino, mentre sua madre, come ogni sera si dispone comodamente sulla poltrona di velluto e inizia a scrivergli una lunga lettera, che lui leggerà per metà intuendo il seguito.
Mentre io qui, scelgo prima di continuare a leggere di accompagnare il tè con dei biscotti dolci.
Jacob ed io ci conosciamo da tanto tempo ormai, quando io ho iniziato ad inseguirlo, a chiedere di lui in ogni libreria, in ogni mercato di libri usati. Li davo la caccia da anni, mi ha sempre ignorata.
Devo riconoscere d’essere stata molto paziente, alla fine si è stufato di me, e questo non mi stupisce! Lo importante è che sia arrivato adesso.
Posso toccarlo, sentire la sua voce ( che poi è inventata da me ), annusare il profumo dei suoi libri e anche quello della sua sgualdrina.
Ha le ditta delle mani sottili e lunghe, non è un parlatore, lo definirei di più un osservatore. Attendo ed educato, con qualcosa da scoprire, di misterioso che mi attrae ancor di più.
E’ il classico uomo intellettuale che può passare delle ore a fissare una farfalla e poi alla fine trarre una conclusione.
Si,… Jacob ed io abbiamo molto in comune: l’amore per la letteratura in primo luogo, l’afferrarsi ai posti e paragonarli a quelli nuovi che si conoscono nel cammino, il non finire di stupirsi, l’osservare le persone e i loro comportamenti, la curiosità.
Jacob resterà con me almeno una trentina di pagine ancora, che tempo permettendo dovrei finire in fretta, poi andrà ad abitare al piano superiore insieme ai suoi fratelli e a mamma Virginia.
Credevi di liberarti di me? Oh no! Sei l’eredità per i miei figli, rilassati.

Las caricias de la noche son las màs simples: basta una taza de tè caliente, el fuego de un hogar y un buen libro.
Son èstas el tipo de noches que prefiero, cuando baja el silencio y doy voz a los personajes, que con parsimonia siguen ahì esperàndome, como si nunca me hubiese ido.
Jacob mira a travès de la ventana y al mismo tiempo agarra un libro de latino, mientras su madre se dispone còmoda en el sillòn de terciopelo y empieza e escribirle una larga carta, que èl leerà solo a mitad, intuendo como sigue.
Mientras yo desde acà, antes de continuar a leer , elijo de acompañar el tè con masitas dulces.
Jacob y yo nos conocemos desde hace ya mucho tiempo, cuando empecè a perseguirlo, a preguntar por èl en cada librerìa, en cada fiera de libros usados. Le dabo la caza desde años, pero siempre me ha ignorado.
Tengo que reconocer debe haber sido muy paciente, y al final se cansò de mì; èsto no me extraña! Lo importante es que ahora està aquì.
Puedo tocarlo, sentir su voz ( que despuès es inventada por mì ), el perfume de sus libros y tambièn el de su puta.
Los dedos de sus manos son delicados y largos, no es un hablador, lo definirei màs bien un observador. Atento y educado, con algo por descubrir, de misterioso, que me atrae màs aùn.
Es el clàsico hombre intelectual que puede pasar horas mirando una mariposa, y al final sacar una conclusiòn.
Si,… Jacob y yo tenemos mucho en comùn: el amor por la literatura en primer lugar, el arraigarse a los lugares y paragonarlos a los nuevos que conocemos en el camino, el no parar de maravillarnos, de encantarnos; el observar a las personas y sus comportmientos, la curiosidad.
Jacob se quedarà conmigo por al menos unas treinta pàginas màs, que tiempo permitiendo deberìa terminar ràpido; despuès irà a vivir al piano superior junto a sus hermanos y a mamà Virginia.
Creìas de poderte liberar de mi? Oh, no! Seràs la herencia para mis hijos, relàjate.
Vanina Rodrigo
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