Non era meno turbata di altre volte.
Aveva imparato l’arte di tacere.
Se ne stava lì tranquilla con i suoi pensieri, impenetrabile.
Ogni tanto ascoltava le chiacchiere delle amiche, che le arrivavano alle orecchie come il canto di un uccellino.
Sapevano di cosa parlavano? Si ascoltavano veramente? A lei sembrava di no. Ogni una parlava per sé, finita una voce iniziava l’altra, come in una gara: ” Lo importante era partecipare “.
Così tante diversità fra di loro, eppure non si immaginava un pomeriggio senza quel ronzio.
Erano il suo recinto, finché c’erano loro, lei sarebbe rimasta ad osservarle, studiarle, a memorizzarle. In silenzio perché le riusciva più semplice.
E quella era la sua tattica.
No se sentìa menos preocupada de otras veces.
Habìa aprendido el arte de callar.
Se quedaba ahì, tranquila con sus pensamientos, impenetrable…
Cada tanto escuchaba las charlas de las amigas, que le llegaban al oìdo còmo el canto de un pajarito.
Sabìan de què hablaban? Se escuchaban de verdad? A ella le parecìa que no. Cada cuàl hablaba di sì misma; cuando terminaba una voz, empezaba otra, como en una competiciòn: ” Lo importante era participar “.
Tanta diversidad entre ellas, igual no se imaginaba una tarde sin ese zumbido.
Constituìan su recinto, mientras estaban, ella permanecìa a: observarlas, estudiarlas y memorizarlas. En silencio porque le resultaba màs simple.
Y esa era su tàctica.